Con "L'uomo senza qualità" Robert Musil ha scolpito una pietra miliare della letteratura europea del Novecento. Un efficace ritratto delle contraddizioni vissute dall'uomo nella modernità, lacerato tra il "mondo di ieri" e i nuovi tempi che avanzano. Nell'Austria d'inizio secolo, la caustica penna di Musil analizza con accorata nostalgia e pungente ironia la società asburgica, facendone affiorare il volto nascosto. In alcuni casi però il sarcasmo cede il passo a una dimensione ben più tragica, prefigurando la barbarie del nazismo. La scrittura oscilla tra la visione estatica e gli enunciati delle scienze naturali e subisce una radicale mutazione, superando l'antinomia tra narrazione e descrizione, per approdare alla formula del "romanzo-saggio". Ambientato in un collegio militare ai confini orientali dell'impero austroungarico, "Il giovane Tòrless" è il romanzo che consacrò come grande scrittore il venticinquenne Robert Musil. Nell'universo repressivo di un convitto, la forzata convivenza, la solitudine e l'ottusa disciplina si accompagnano allo stabilirsi di un rapporto di dipendenza tra i cadetti, che trascolora in una sopraffazione sadica e omosessuale. La raccolta giovanile "Congiungimenti", invece, costituisce un radicale esperimento linguistico e compositivo: i tre racconti aboliscono ogni evoluzione della trama e ogni sviluppo dell'intreccio, abbandonano la struttura narrativa lineare per adottarne una ossessivamente circolare e divengono la registrazione di una proliferante molteplicità di reazioni psicofisiche agli stimoli del fluire esistenziale.