Non esiste nessun filosofo che, come Max Stirner (1806-1856), possa dirsi tanto popolare, in virtù della circolazione de "L'unico e la sua proprietà" - il suo libro più famoso -, quanto sconosciuto, sia in rapporto alla sua vita che persino alla sua immagine, considerando che di questo autore non esistono fotografie. Resta il fatto che Johann Caspar Schmidt, vero nome di Max Stirner, diede contributi fondamentali allo sviluppo di concetti come quello di alienazione, anticipando riflessioni che saranno proprie dell'individualismo, del nichilismo e dell'esistenzialismo. Ma chi era Max Stirner? Cos'è che ha detto e cosa gli è stato attribuito in virtù, magari, della lettura de "L'ideologia tedesca" di Marx ed Engels o grazie alla fortuna postuma che ispirò una parte del movimento anarchico? Il libro di Raúl Zecca Castel affronta tali questioni entrando nella vita e nell'opera di Stirner, rendendo giustizia a un classico. A un autore, cioè, che non ha mai concluso di dire ciò che ha da dire. Prefazione di Roberto Escobar.