«Questa volta Pino Pieri compie una scelta poetica, ontologica ed antologica, ed anche teatrale, che assembla in un unico testo al quale dona il titolo simbolico ed esplicativo come: "L'ultimo volo", dal quale si evince come la terra ci appaia meravigliosa, dalla quale poter guardare verso l'alto, dunque al massimo punto della vita, pur cogliendone la materialità ma anche il suo Oltre. Punto necessario per la corporeità delle cose, tendenti a divenire spirito, o comunque luce, per l'eternità. In tal senso, Pino Pieri avverte la necessità di una catarsi dell'anima, al fine di donare un proprio senso profondo sul come è la stessa vita. E non c'è cosa migliore che viverla nell'insieme, sia dei nostri sensi che della nostra aura spirituale. In tal senso, si avverte nelle sue opere come il linguaggio artistico e poetico s'incentri in una verità filosofica, trasformata in concetto panteistico e in «chicchi dorati» di sapienza psichica, come estremo palpito di vita.»