Com'è cambiata la società al susseguirsi di vari metodi di tortura e morte? E come l'uomo, al tempo stesso vittima e carnefice, ha cambiato la percezione di se stesso? Dai suoi albori a oggi, la storia dell'umanità ha trovato tra i suoi snodi evolutivi la visione della morte. Non solo come fine della vita o come porta per una dimensione ultraterrena, ma anche come accezione in cui gli uomini la infliggono come pena agli altri. Dal Codice di Hammurabi, che sancì anzitempo le regole di amministrazione della giustizia nei popoli mesopotamici, alla dea Maat degli Egizi, bilancia di integrità e verità; dalle leggi di Dracone, le prime a regolamentare le vendette di sangue, all'apotympanismos ateniese, madre della crocifissione cristiana; dai vari metodi di tortura ed esecuzione nell'Impero Romano fino ai roghi medievali, passando dai terrori della ghigliottina francese e dalle ultime condanne alla pena capitale: in ogni epoca il concetto di giustizia e pena di morte è stato un termometro e una mappa della civiltà in continuo cambiamento. Ne seguiamo gli sviluppi, da un punto di vista assolutamente inedito, nell'opera di Matteo Rubboli, editore di Vanilla Magazine, che in questo volume traccia col sangue l'evoluzione dell'essere umano e del diritto, così come lo conosciamo oggi, attraverso la pena capitale nella storia.