"L'Ovulo Rosso nel Sottobosco" è il viaggio fantastico, lungo 100 anni e più del medico Nicola Cocucci, nato nell'aprile del 1932 (Ancien Règime), a Cautano, terra campana di Benevento, e rinato all'eternità nell'aprile del 2020 a Bergamo, le Parche tagliando il suo filo della vita usando il virus del covid diffuso nella tiepida aria. L'Aprile crudele di Eliot: «Aprile è il mese più crudele, genera / lillà da terra morta, confondendo / memoria e desiderio, risvegliando / le radici sopite con la pioggia di primavera». Nico Cocucci, medico odontoiatra e di medicina legale, amava la vita, sempre bellissima, compreso il suo lato misterioso e pauroso, bellissima anche nella morte. Ha dato uno sguardo nel futuro liquido, istantaneo, frammentato e pauroso dei Millennials. Il Secolo Lungo. Nel 2010 ha scritto questo "L'ovulo Rosso nel sottobosco", un vero inno alla vita. Un viaggio "turgido" si potrebbe dire - il pudore dà alle ultime pagine qualcosa di crepuscolare, ma sappiamo che in realtà non è mai stato così. Era un giacobino inguaribile. "Non sarò mai un moderato!". E allora... "Allons Enfants!", scrivono i figli Alessandra, Laura e Ferdinando: «Ci aveva chiesto di far conoscere le "memorie sparse", di un suo manoscritto, dicendo: "Leggetelo se avete voglia, distribuitelo più che potete, come un vaccino benefico"». Ed in effetti il libro lo è, parla dell'amore per la vita e per la scienza, parla di speranza e di memoria: «La vita è bella, bisogna difenderla dalle avversità, dalla malattia, perseguendo la pace con tutti e la conoscenza... E il mio Dio l'ho visto allora nel tutto, nel bello, nella natura, un Dio già risorto senza essere morto, un Dio di speranza come quando rifioriscono le piante, come quell'ovulo rosso prorompente visto in quel bosco, in quel tempo di guerra, di bombardamenti». Medico laico ed umanista dai molteplici interessi, (filosofia, musica, pittura, passione politica - negli Anni Settanta come consigliere della Provincia di Milano, e di Enti ospedalieri), nel 1992 Nico Cocucci ha scritto il libretto dell'Opera "Il Vangelo secondo Luca" insieme al compositore musicale Fulvio Brigo.