«Simone Zafferani ha inaugurato il suo percorso di scrittura nel 2004 con la silloge "Questo transito d'anni", cui sono seguiti "Da un mare incontenibile interno" e "L'imprevisto mondo". Scriveva già qualche anno fa Biancamaria Frabotta, a proposito di questo poeta, che «attraverso verità imponderabili viene a contatto con la polpa segreta della vita e di sé stesso». Le verità imponderabili di allora divengono, in questa nuova raccolta, momenti di verità condivise, ma solo per chi ha antenne in grado di accoglierle. Ben lontano dalla Verità maiuscola montaliana, se mai vicino alle piccole, quotidiane verità plurali care a un poeta come Fortini, Simone Zafferani lascia che sia l'occhio ad agire, a registrare e interrogare la realtà, proiettando il sé nelle altrui Vite perpendicolari alle nostre; e mentre l'occhio agisce registra e interroga, si alimenta sotterraneamente un paesaggio interiore e esteriore vario e ricchissimo, come dire: bisogna rubare quanto più mondo possibile, per restituirlo in particolari, in percentuale, attraverso le parole, unica preghiera laica che conoscano i poeti.» (dalla postfazione di Giorgio Ghiotti)