Plutarco, in Vita di Licurgo, racconta: "Là erano in seduta i più anziani della tribù, che esamina-vano il piccolo: se era ben conformato e robusto, ordinavano di allevarlo e gli assegnavano uno dei novemila lotti di terra. Se invece era malnato e deforme, lo inviavano ai cosiddetti «depositi», una voragine sulle pendici del Taigeto, nella convinzione che né per lui stesso né per la città fosse meglio che vivesse uno che fin dall'inizio non era naturalmente disposto alla salute e alla forza fisica".Come ci regoliamo oggi di fronte alla possibilità di conoscere il nostro codice genetico e quello dei nascituri? Dov'è il confine tra la prevenzione della malattia e la selezione della futura specie umana? Un'analisi storica, bioetica e giuridica sul concetto di "eugenetica" ci apre a un'ampia riflessione su come la natura umana possa dialogare con il progresso scientifico e il dettato normativo.