Massimo Bontempelli diceva che «tutta la grande arte, quando non è estasi, è denuncia e requisitoria» e ciò vale per Pirandello come per Dante, sommi artisti nel loro duplice oltraggio. Viaggio verso un oltre interno (l'inconscio, con i fantasmi che alimentano le fantasie del pensiero) e verso la proiezione esterna nei miti e nelle fantasie collettive di religioni trascendenti, utopie, credenze politiche e filosofiche immanenti. Oltraggio spesso legato a un'oltranza stilistica che connota, più o meno evidentemente, l'opera dei grandi scrittori e poeti. Pietro Milone ricostruisce la presenza di Dante (e il suo significato) nell'opera di Pirandello, con acribia storico-filologica unita a una più libera interpretazione che mira alla genesi profonda dell'opera nella mente che Pirandello porta in scena con l'apparizione di Madama Pace nei Sei personaggi. Il filo della presenza dantesca diviene pertanto quello di una più complessiva interpretazione e di una nuova ricostruzione critica dell'opera pirandelliana, ripercorsa mediante alcune delle sue fondamentali opere e altre meno note o trascurate, mai illuminate da una giusta luce di lettura.