"Negli ultimi anni l'Italia è tornata ad essere anche un paese d'emigrazione o, con un termine meno definitivo, di forte mobilità: obiettivo di questo libro è far luce su un fenomeno che si ripresenta ciclicamente, condizionando, in senso positivo e negativo, la cultura e le prospettive del Paese. La crescita dei flussi migratori è dovuta alla crisi occupazionale, alla ricerca di condizioni di lavoro soddisfacenti, ma anche a nuovi stili di vita per cui sempre più giovani esercitano la propria aspirazione a circolare liberamente, soprattutto in Europa. Si tratta di migrazioni diverse da quelle di qualche decennio fa e tuttavia non del tutto disconnesse le une dalle altre: i flussi attuali, infatti, rispecchiano spesso una serie di problemi irrisolti in Italia e, in qualche caso, ricalcano vie e itinerari già percorsi, sebbene per ragioni e con strategie diverse. Il caso delle migrazioni italiane a Grenoble, capoluogo del dipartimento francese dell'Isère, risulta emblematico in questo senso. La città infatti è caratterizzata da una storia migratoria di lunga durata e da una presenza italiana stratificata: gli italiani – arrivati in città in flussi consistenti soprattutto a partire dalla seconda guerra mondiale – costituiscono una collettività piuttosto numerosa e complessa, in cui convivono due vettori apparentemente contrapposti. Da un lato si nota l'invecchiamento dei membri più anziani e il progressivo sfaldarsi delle reti ad essi collegati, dall'altro si osserva l'arrivo di recenti espatriati, spesso impiegati nelle professioni della ricerca scientifica, fortemente mobili e "instabili". A complicare questo panorama si aggiungono rivendicazioni e strategie di appartenenza delle seconde e terze generazioni. Grenoble può quindi essere considerata un banco di prova privilegiato per osservare le migrazioni passate e quelle presenti, chiedendosi cosa ne sia stato delle prime e cosa sarà delle seconde, evidenziando i rapporti intergenerazionali al loro interno, indagando il ruolo delle famiglie e dei legami transnazionali ed il peso delle varie forme di autorappresentazione degli emigrati."