Tra i molti progetti progetti sviluppati nel corso della sua vita, solo negli ultimi anni Niccolò Machiavelli ha la possibilità di scrivere una costituzione per la sua città. L'occasione è data da un ampio dibattito che si apre a Firenze a partire dal 1519, dopo la morte di Lorenzo de' Medici il Giovane, duca di Urbino. Il Discursus florentinarum rerum, scritto tra il 1520 e il 1521, è l'ultima occasione per mettere in pratica le sue idee, incidendo sul destino della sua comunità. Contro l'accentramento del potere e della ricchezza nelle mani di poche famiglie, tipico delle repubbliche oligarchiche del suo tempo, Machiavelli progetta una costituzione in grado di tenere insieme ordine e conflitto valorizzando il ruolo del popolo (l'universale). Istituzioni come un nuovo tribunato della plebe e una larga assemblea popolare sono così lo strumento per controllare e limitare il potere delle élite. Un modello, ispirato alla storia repubblicana di Roma e Firenze, che non finisce di parlarci.