Su un'isola dell'Adriatico orientale, un luogo senza nome e senza storia, una coppia di anziani, disillusa e dimenticata dai figli ormai lontani, attende la fine del proprio tempo. La loro quotidianità viene però stravolta da una serie di accadimenti e dall'imperversare inatteso di altre vite (uno straniero venuto da chissà dove, una giovane donna che scombussola le placide abitudini del villaggio, un cane inspiegabilmente attratto dalla loro casa...). Nei brevi capitoli, inanellati come perle di una stessa collana, i ricordi e gli accadimenti di due esistenze - narrati da Selimovi con il calore e la forza di una vera e propria epica del quotidiano e con un tratto che ricorda i mondi narrativi di Sándor Márai e Ágota Kristóf - prendono forma lentamente, ridestando vecchi fantasmi e antiche ossessioni, e lasciando fiorire nel cuore dei protagonisti il seme terribile della ricerca del significato dell'esistenza. Ultimo libro - inedito in Italia - della sua trilogia (dopo "La fortezza" e "Il derviscio e la morte"), "L'isola" è la definitiva, straordinaria testimonianza di uno dei più importanti autori del Novecento europeo.