Da anni Lorenzo Mendolia, uno scrittore in crisi, sogna soltanto pesci. Siamo ai giorni nostri, in Sicilia. Sulle sue coste continuano sbarchi di clandestini, esuli, migranti. Keyda è una di loro. Di mestiere fa la narratrice. Giunge da una città dalle cento porte, una casa libro, un deserto di cabale e profezie. Il suo passato la lega ai segreti di un padre che viaggia per non arrivare mai. E a Jamila, una ragazza balbuziente, amata con ferocia e tenerezza fino a mischiare il suo sangue col proprio, col sangue delle loro madri. Ora le storie di Keyda incrociano il disorientamento dello scrittore, diventano bussole per un'esplorazione randagia dell'isola. Qui si imbattono in "passaturi", salinari, esperti di dialetti, di "cunti" e bestemmie. Metà geni celesti, metà oracoli, queste figure sono i custodi di ciò che resta del grande libro del Mediterraneo, delle sue mille lingue ferite. L'acquisizione per gradi di una sorta di amaro sapere permetterà loro di interrogarsi su cos'è un luogo, sul mistero del dolore e dei ricordi, sul perché si è sempre "prigionieri di un passaggio".