1930: la luna di miele a Ischia di una giovane coppia inglese. Geoffrey e Kit Bret Harte, a piedi o su traballanti e allegre carrozze, ci portano a zonzo per l'isola. Raggiungiamo vigne e cantine scavate nella roccia; esploriamo strane caverne fumanti; oziamo su grandi spiagge dorate. Attraversiamo le strette e affollate stradine del vecchio borgo e, all'ombra di una loggia, ci sediamo a sorseggiare un vermouth o un caffè, mentre davanti ai nostri occhi lo spettacolo muta in continuazione: "le capre portate di casa in casa per la mungitura pomeridiana; i ragazzi abbronzati, a piedi nudi, che corrono rapidi accanto ai muli carichi di botti di vino; le contadine che recano sulla testa cesti di arance, o, con pari grazia, un carico di mattoni per la costruzione della nuova casetta di qualcuno". O possiamo "ignorare queste scene piene di vita e, dirigere lo sguardo là verso il vecchio castello, che rosso al sole del tramonto, sorge dal mare sulla sua roccia aspra e isolata, o guardare più oltre verso il Vesuvio fumante e l'ampia curva del Golfo di Napoli", e così deliziarci gli occhi con uno spettacolo di una bellezza tale quale non abbiamo mai visto prima.