"L'isola delle lusinghe" è un romanzo-verità di carattere storico-antropologico sulla Sardegna, in particolare della zona nord-est, sconvolta dalla speculazione edilizia. È un'opera che arieggia, per alcuni aspetti, certi romanzi fluviali del Novecento, mettendo in scena una sorta di saga familiare in un'epoca di profonde trasformazioni quali sono gli anni dell'espansione economica del dopoguerra. La sua prosa analitica, che si distende a tratti in un periodare di ampio respiro, si rivela un potente scandaglio in grado di mettere in luce le motivazioni dell'agire umano, riflettendole nelle sfaccettature delle personalità che interagiscono nella narrazione. Nell'opera, l'isola non è solo paesaggio e ambientazione della vicenda, ma un personaggio a tutti gli effetti; non semplice tessera di un mosaico multicolore, ma filo rosso di una trama complessa. Infine, pare che questa bellissima isola, con la sua sobria, dignitosa popolazione, possa solo conoscere, in alternativa, o una chiusura gelosa e passatista, o una modernità ambigua e dissacratrice.