“Cos'è male? Ce l'ha insegnato Norimberga. È male tutto quello che i vincitori non hanno ancora fatto; è bene tutto quello che i vincitori hanno fatto, o prima o poi faranno. Ora, la domanda complicata è: chi sono i vincitori, in questo secolo di merda?”
Quello de L’invenzione degli animali è un futuro oscuro, cinico e drammaticamente vicino, dove prevale la legge del più forte, e l’economia detta le regole della morale.
In un’Europa divisa da muri, impoverita e violenta, ci sono i vincitori, ricchi e potenti, e i vinti, che arrancano nella miseria, affamati in periferie in fiamme. Intanto si è arrivati su Marte, che ormai è una colonia, si costruisce nei laboratori un futuro di benessere, si progetta la vita eterna. Una vita destinata all’élite.
È la multinazionale più potente del mondo, la Ki-Kowy a portare avanti, con team di giovani brillanti e idealisti, studi di economia e di genetica, per un domani migliore, un progetto globale di progresso.
Tra i giovani studiosi, Lucy, che è approdata alla sede di Parigi per occuparsi di ibridazione genetica: creare animali ibridati con cellule umane affinché diventino un allevamento di organi a disposizione della scienza. Una garanzia di salute e di vita sempre più lunga senza malattie. Senza confini tra i concetti di bene e di male.
Tutto sembra illuminato, agli occhi di Lucy e del suo compagno Patrick, collega specializzato in scienze economiche, che vivono in un appartamento da sogno, e possono mandare a casa aiuti che un tempo non potevano sperare. Sono affascinati dalle possibilità delle loro ricerche, dai mezzi della Ki-Kowy, dalla tecnologia, dalla vita che possono permettersi.
Finché Lucy non inizia a guardare da una prospettiva più critica, e mette in discussione gli obiettivi della sua azienda e del visionario e carismatico capo Govind Kapoor, svelandone l’egocentrismo e l’assenza di morale. Il progresso si macchia ai suoi occhi di onnipotenza, il benessere di cinismo e il senso di una più alta responsabilità si fa strada nella coscienza di Lucy, portandola su strade pericolose.
“L’immortalità è la fine della storia, la fine di tutto” disse Lucia.
Romanzo distopico e allo stesso tempo thriller di solida struttura scientifica, L’invenzione degli animali racconta un mondo fratturato, reso oscuro dalla prepotenza del mercato e dall’arroganza dell’uomo che ha perso di vista la complessità della vita. Una realtà senza valori dove il sogno della vita eterna non conosce scrupoli, né responsabilità, non si interroga sulle implicazioni emotive della ricerca del profitto e del potere e si concentra solo sulla supremazia dell’uomo.
Un libro inaspettato, di grande forza, sui rischi legati alla perdita di un senso etico del mondo.
Recensione di Francesca Cingoli