Quanti si sottraggono con entusiasmo all'attività produttiva per attendere una vita diversa?
Ma cosa c'è in realtà in quel tempo nuovo che evoca e cancella memoria?
Una grande meditazione narrativa sull'età matura, sulla solitudine.
Karl ha appena superato un'impegnativa festa di pensionamento ed è pronto ad affrontare una nuova fase della vita, felice di allontanarsi dagli ex colleghi insegnanti. Non sembra affatto preoccupato di restare solo, dopo due matrimoni finiti male e amici persi negli anni, e decide di dedicarsi con passione allo studio: i primi giorni della nuova routine scorrono tranquilli tra il piacere delle letture riscoperte, i pasti di solitaria sussistenza e brevi passeggiate per la città di Stoccarda. Su Facebook si imbatte nel profilo di una donna, Gabi, molto più giovane di lui. I due si incontrano e nasce subito un legame travolgente che stupisce il guardingo e incredulo insegnante a riposo. Gabri, che lavora spesso in un non specificato importante ministero e spesso si assenta senza poter lasciare traccia di sé, diventa il centro della vita di Karl. Parallelamente Karl riprende a frequentare Carlo, medico italiano, scomposto e vitale. L'una e l'altro mettono a soqquado la sua esistenza, ma, per ragioni diverse che tuttavia sembrano incrociarsi, si dispongono progressivamente all'evanescenza, come se il mistero dell'esistenza che li ha messi in scena li riassorbisse nel silenzio.
Cesare De Marchi scrive un romanzo sul tempo, sul decadimento della memoria e sulla solitudine. Come una sonda la sua scrittura si muove nei meandri di una interiorità immensa che sollecita partecipazione e sgomento, che allaccia azione a meditazione, imprevedibilità a passione.