Il volume raccoglie brani di due importanti intellettuali della Puglia che, in modi e con metodi diversi, hanno riflettuto intorno al tema della taranta, della festa annuale che raccoglie centinaia di migliaia di persone, con al proprio centro "pizzica" e "tarantismo", in rapporto all'identità del territorio salentino e del Meridione d'Italia. Questi testi sembrano indicare che mondi apparentemente distanti si possono parlare, contribuendo insieme anche a costruire una critica radicale degli assetti culturali esistenti, se «ognuno smette di stare solo al suo» e «la subalternità ha il coraggio di farsi direzione». Così, in una memoria che si fa presente e una tradizione che rivive come contemporaneità, il futuro può assumere naturalmente contorni che non sono utopia ma stagioni da vivere con intensità.