Le burrasche della contesa mondiale rendono impervia la via dell'integrazione intrapresa da tempo dal Vecchio Continente per reagire all'emergere delle nuove potenze continentali. L'Europa dibatte della sua autonomia strategica, ma i venti della globalizzazione suscitano anche paure sociali che cercano rifugio nei miti della nazione, del sovranismo, delle piccole patrie, ricettacolo delle ideologie più reazionarie e xenofobe. L' "Europa che protegge" diventa la bandiera che cerca di rafforzare il consenso all'integrazione continentale. Anch'essa prepara i suoi artigli: nella difesa dei confini esterni, nell'allestimento di una difesa militare integrata, nello scontro commerciale con i giganti del digitale americano e cinese, nella contrattazione con Pechino di minacce e opportunità della Nuova Via della Seta che penetra in Europa... L'internazionalismo proletario e l'autonomia politica di classe sono l'unico antidoto alle ideologie dell'europeismo imperialista che, nate nel mito del superamento delle guerre e nell'immagine di "potenza benigna", mostrano ora il volto grifagno della guerra, dello scontro sui mercati e della chiusura dietro i muri della "fortezza Europa".