La vita sonnolenta di un'isola in mezzo al mare viene turbata dalla scomparsa di Cecilia, diciassette anni, bruna, florida, allegra e senza fantasie, poi ritrovata morta in fondo a un pozzo. Suo padre, grande e grosso come una specie di orco da fiaba, gestisce il negozio di alimentari in alto sulla collina. Improvvisamente tutta l'isola vibra di eccitazione e di curiosità. Un'aria di attesa si addensa a poco a poco. Uno straniero sbarca dalla nave con una valigia in mano e uno strano cappello calato sugli occhi, quasi non volesse farsi riconoscere. Una vecchia racconta di avere udito al calare della sera un grido moribondo, non si sa se umano o animale. Un bambino dice di aver visto un'ombra seguire la ragazza su per la ripida salita verso il paese alto. Un paio di scarpe di vernice nera col tacco fanno il giro del paese non per ordine di un Principe Azzurro ma nelle mani di un giovane e inesperto carabiniere. La narrazione si svolge a spirale, rivela e nasconde i fatti. La storia che pareva non voler cominciare alla fine sembra non voler finire. Nel mondo creato da Ginevra Bompiani, intessuto di mistero e poesia, molte storie si intrecciano e si affacciano su una realtà che pareggia il mito che la rivela.