Maria è una bimba di dieci anni come tante altre, o forse lo vorrebbe essere. Non è alla ricerca del compiacimento altrui né di una spasmodica voglia di emergere o primeggiare su altri, semplicemente si aspetta di essere notata. Si sente invisibile proprio in un luogo dove "l'attenzione" non dovrebbe mancare e dove la cura dell'altro passa anche attraverso un comportamento inclusivo. Compresa e amata in famiglia Maria capirà ben presto come al di fuori del suo nido, del suo porto sicuro il mondo sa essere crudele e ingiusto, tanto da farla approdare sulla riva di un'inaccettabile indifferenza. A scuola si spegnerà la sua più sicura illusione, fatta di coinvolgimento e accettazione dell'altro senza necessità di imporsi né di elemosinare una presenza che nessuno si sforzerà di notare. Solo il riflesso del suo volto davanti alla finestra di una classe silente le restituirà quel briciolo di umanità negata da altri, mentre con lo sguardo cercherà di scorgere chi giocando in giardino non avrà tempo di alzare gli occhi e accorgersi di ciò che ha volontariamente ignorato.