L'emersione imprevista che dà titolo al libro è la presa di parola delle lesbiche in Italia, che dagli anni Settanta scelgono di lottare contro il dispositivo repressivo del silenzio e affrontare lo scandalo. Le lesbiche nella storia non esistono, ciascuna deve imporre la propria esistenza, superare la frontiera dell'eterosessualità obbligatoria, vincere la percezione di essere l'unica al mondo a provare un desiderio imprevisto. Il superamento dell'obbligo sociale e culturale all'eterosessualità, nel nostro Paese come altrove, è stato possibile solo attraverso la costruzione di un movimento. Questo testo affronta in modo organico la storia del lesbismo politico in Italia, con l'obiettivo di contribuire a colmare i vuoti storiografici della storia politica delle donne e dei movimenti lgbtiq nel nostro paese. Raccontare la storia del movimento delle lesbiche significa infatti indagare la formazione di un soggetto politico che emerge, all'inizio degli anni Settanta, contemporaneamente nel contesto femminista e in quello omosessuale, per poi configurarsi in modo autonomo nel decennio successivo. Questa storia è raccontata attraverso interviste a protagoniste dell'epoca: la scelta delle fonti orali non è solo una necessità ma anche l'assunzione del nesso che lega femminismo e storia orale nel riconoscere il personale come un importante obiettivo di indagine e nello sfidare la tradizionale oggettività delle scienze sociali. Uno sguardo lgbtiq, insieme all'ottica di genere, può portare alla storiografia - come è stato già per altre discipline - nuovi percorsi e nuove analisi, allargando il campo d'indagine alla sessualità, ai ruoli di genere, alle rappresentazioni dei generi, alle generazioni, ai confini tra norma, ribellione e conflitto, alle questioni della normatività e del controllo sociale, tra intersezioni e interstizi.