La Rivoluzione francese e il suo tragico epilogo influenzarono essenzialmente la letteratura e la riflessione tedesche posteriori al 1789. La "serie di lettere" sull'educazione estetica scritte da Schiller nel 1793, per ringraziare il principe Friedrich Christian von Holstein-Augustenburg del sostegno ricevuto in un momento di grave difficoltà, appartengono al diffuso percorso da una prima fase di entusiasmo a una di disincanto, quando non di dichiarata avversione. Quella prima serie di lettere andò distrutta nel 1794 durante un incendio del palazzo reale di Copenaghen. Su invito del principe, Schiller scrisse un nuovo trattato sull'educazione estetica mantenendo la forma epistolare. Lo arricchì di ulteriori riflessioni ed espunse i numerosi riferimenti diretti ai tumulti rivoluzionari presenti nella prima redazione. A emergere è l'appello all'autodeterminazione e alla formazione estetico-politica, a un'educazione estetica necessaria per tentare di ripristinare l'equilibrio classico di forma e vita. Pur nella consapevolezza dell'impossibile totalizzazione degli ideali di libertà, bellezza, umanità, si trattava (e con ogni probabilità è un compito per varie ragioni ancora urgente) di provare a ricomporre realisticamente nella natura umana stessa, e mediante l'arte teatrale, l'interezza e la totalità frante. Un tentativo per far fronte al buio dei tempi e alle menti offuscate, voraci di sogni e utopie. Il saggio introduttivo ricostruisce il contesto storico-genetico dell'opera e ne discute i problemi fondamentali. Le note al testo illuminano puntualmente singoli passi e riferimenti talora solo impliciti. Le parole chiave focalizzano i termini concettuali delle argomentazioni su cui si costruisce l'intera opera. La bibliografia propone sia titoli indispensabili per la comprensione del capolavoro schilleriano sia titoli per un suo più ampio inquadramento. Il testo tedesco a fronte è quello dell'edizione canonica di riferimento dei Schillers Werke.