Come viene convocato l'educatore nella scuola? Da dove emerge la sua presenza nelle classi? Quali sono le ragioni del suo ingresso nel sistema scolastico? Quando un educatore "entra" a scuola la portata della sua presenza può oltrepassare ciò che gli viene richiesto di fare in termini di intervento "sul" ragazzo/a specifico che gli viene affidato/a. Si tratta dell'incontro, spesso faticoso, tra due culture pedagogiche, dichiarate e implicite. L'utilizzo degli spazi, la scansione dei tempi, i codici di trasmissione formativa, le categorie di interpretazione del processo educativo sono le questioni in campo. Muovendosi tra l'ecosistema della scuola e il mondo dei servizi, l'educatore scolastico incontra ogni giorno una molteplicità di linguaggi differenti, attraverso i quali deve imparare a relazionarsi e mediare. La sfida dell'educatore scolastico, nel muoversi tra le molte rappresentazioni della sua identità professionale, si gioca al confine tra il dentro e il fuori dello spazio scolastico, tra le tensioni di richieste e mandati educativi talvolta in conflitto tra loro. Tensioni che possono venire alla luce anche grazie all'educatore. L'educatore scolastico, in particolare, è chiamato a far convergere sulla scuola i due sguardi che lo muovono nel campo formativo - lo sguardo educativo e lo sguardo pedagogico - esercitando un pensiero critico, riflessivo e creativo. Il testo prende le mosse dalle esperienze vive e dalle pratiche professionali di educatori e pedagogisti per mostrare, in un confronto serrato con la concretezza dei contesti educativi e scolastici, la funzione strategica di una figura che sempre più oggi illumina le potenzialità dell'esperienza educativa, tese all'autonomia e all'inclusione degli studenti, alla valorizzazione dell'insegnamento e allo sviluppo di tutta la comunità educante che anima la vita nella scuola e fuori di essa.