I saggi raccolti in questo volume possono fornire un significativo contributo al dibattito che si è sviluppato intorno ad uno dei periodi storici più difficili e tormentati della nostra penisola. Anni in cui ai continui e cruenti rivolgimenti militari si affiancano profondi cambiamenti istituzionali, forti tensioni sociali e innovative esperienze politiche e culturali. Il sorgere di homines novi inseriti in una più moderna burocrazia consentono di gestire i meccanismi messi in moto dalle riforme sottoponendo il contesto ad un rinnovato rapporto tra centro e periferia. Processo complesso che, nonostante molte resistenze espresse nel ribellismo diffuso e nelle diverse reazioni al nuovo quadro normativo, sarebbe riuscito in un periodo piuttosto breve a incidere sulle mentalità e sugli atteggiamenti individuali e collettivi. L'incidenza di questi mutamenti sarà diversa da Stato a Stato e dipenderà sia dalla durata dell'influenza francese che dalla situazione entro cui si sarebbe innestata. Tutti i territori coinvolti dalle innovazioni introdotte dalle leggi napoleoniche conosceranno delle tracce non trascurabili nelle normative dei governi restaurati e nello stesso costume culturale. Dalla promulgazione del decreto napoleonico del 1810 al tema dell'ampliamento dell'alfabetizzazione, dal rafforzamento delle aziende tipografiche più dotate di capitali e tecnologia alla maggiore concentrazione delle case editrici, al significativo ridimensionamento della tipografia veneziana, farà da contraltare il rafforzamento di Milano e in parte di Torino, l'emergere di Firenze e le contraddittorie realtà di Napoli, Roma e della Sicilia.