L'atomismo è la corrente di pensiero che pervade la cultura occidentale dalle enunciazioni concettuali di Leucippo e Democrito del V secolo a.C. fino al progetto Manhattan diretto da Robert Oppenheimer, che porta a compimento quelle istanze che hanno animato il progresso della modernità da Prometeo a Lucrezio e a Francesco d'Assisi. Il fuoco, la luce, l'energia cosmica sono evocati come vivificatori della condizione umana. Le guerre e la profanazione della natura declinano le risorse energetiche nella propellenza artificiale: Hiroshima e Nagasaki testimoniano l'ingerenza politica volta a salvaguardare la tradizione dell'Occidente; la rivoluzione industriale si accredita mediante il ricorso alla tecnica soggiogata pretestuosamente dal conformismo totalitario del "secolo breve". Le università di Copenaghen, Gottinga, Berlino, Roma (inclusa la Scuola di via Panisperna di Enrico Fermi) interagiscono fra loro, al riparo dei favori ufficiali, per propiziare la rigenerazione morale e sociale. La pace appare come la compensazione egalitaria dell'energia dell'universo, declinata dalla destrezza nella commiserazione umana. In prospettiva, l'atomismo si configura come una forma di governo comunitario, deliberato universalmente a gestire il timor panico e la propensione pacifica e illusiva. Il volume ripercorre, attraverso la storia dell'atomismo, il progresso della cultura occidentale.