"Nel paradiso terrestre, Adamo ed Eva 'coincidevano': vivevano 'felici' (lo sapevano?) ma non esistevano. Vivevano in maniera adeguata (in accordo con l'ordine della Creazione) e non ne dubitavano. Neanche immaginavano di poterne dubitare. In questo mondo improntato al perfetto adattamento, senza nemmeno un abbozzo di disgiunzione o dissidenza, Adamo ed Eva non potevano immaginare un Fuori a cui aggrapparsi per tenersi fuori, 'e-sistere', avventurarsi. Mangiando la mela, però, hanno introdotto la fecondità di un'incrinatura in quell'ordine stabilito, hanno aperto uno scarto che li estraeva da quel mondo e dalla sua saturazione-soddisfazione." Sarebbe rassicurante pensare che la felicità sia là dove le cose raggiungono un accordo, una coincidenza perfetta. Eppure, proprio quando le cose si sovrappongono completamente, il loro adeguamento diventa sterile. La coincidenza è la morte. La vita, invece, avviene nella de-coincidenza. Dio stesso, morendo sulla croce, promuove la vita. Solo nello scarto della de-coincidenza, nell'apertura allo sconosciuto e all'infinito, è possibile la libertà. François Jullien accoglie questa sfida e gioca con il concetto di "coincidenza" nella Bibbia, nella pittura, nella letteratura e nella filosofia, per mostrare qual è il gioco dell'esistenza.