All'indomani della fine del primo conflitto mondiale, l'Ansaldo dei Perrone si trovò esposta agli effetti della riconversione postbellica dell'economia. A ciò si aggiunsero la crisi della Banca Italiana di Sconto, braccio finanziario dell'Ansaldo, le azioni della Commissione parlamentare sulle spese di guerra, lo scarso peso politico dell'Italia alla Conferenza di Pace di Parigi e, infine, la crescita dell'egemonia economica e finanziaria della Banca Commerciale Italiana. In un simile contesto una delle opzioni scelte dai fratelli Mario e Pio Perrone, per assicurare alla società di Genova un posto di rilievo nel panorama industriale dell'Italia postbellica, fu la messa a punto di un progetto finalizzato alla conquista di ampie fette dei mercati dell'Europa orientale che, in seguito alla Grande Guerra, era stata profondamente ridisegnata da un punto di vista politico e geografico. La cosiddetta "spinta verso l'Est" fu abbozzata per la prima volta dopo la pesante crisi industriale del 1907. Venne ripresa con decisione nel primo dopoguerra e si concentrò soprattutto in Polonia, Russia (dove incrociò la rivoluzione bolscevica e la guerra civile) e Romania. Utilizzando materiale d'archivio e un'ampia bibliografia, il lavoro ricostruisce il progetto transnazionale dei Perrone in questi tre Paesi negli anni 1917-1921.