Una violetta appuntata all'occhiello di una giacca maschile. Un mazzolino tra esili mani di fanciulla. Una mentuccia con le radici avvolte in una foglia di cavolo che il contadinello vende dando voce per la piazza. Le rose esibite dall'aristocrazia. La penna di Matilde Serao trasforma il fascino dei fiori in prosa lirica, acquerelli dai colori delicati. E svela ancora una volta l'anima di una città, Napoli, dove l'indifferenza di una signora davanti alla vetrina di un fioraio stride di fronte ai versi che uno studente dedica alla giovinetta dirimpettaia, mentre innaffia le piantine nei cocci sul balcone. Ma la prospettiva è più ampia, lo sguardo rivolto alle grandi città italiane ed europee, alle case ingentilite anche solo da un fascio profumato, sapientemente assortito, che non sia né costretto né mortificato dall'odioso fil di ferro. Le stagioni sono così scandite da colori brillanti, aromi suadenti, emozioni affidate ai petali nascosti tra le pagine di un libro. Con un saggio critico di: Donatella Trotta.