Vietate - se non rimosse - dai programmi di studio e dalla cultura ufficiale nei suoi paesi d'origine, la poesia e la letteratura erotica costituiscono un caposaldo dell'Islam classico, pari, se non superiore, ai grandi poeti latini del genere, in primis Catullo e Tibullo. Dagli autori più celebri della poesia araba classica, a partire dal IX secolo fino all'Ottocento, una folla di amanti, massaggiatrici e ballerine, cantori effeminati e travestiti appaiono nella vita di tutti i giorni, dall'Egitto all'Iran, unendo la raffinatezza del linguaggio ad un'oscenità a tratti sconcertante. Ma sempre all'insegna di un sentimento religioso profondo e di un potente apparato simbolico in cui vita e morte, amore profano e amore divino si intrecciano.