"Dov'è mio figlio?" Questa la profetica domanda ed ineluttabile dovrà essere la risposta. Perché Yana lo rivuole indietro quel bimbo per un semplice quanto inalienabile motivo: è suo figlio! La storia si svolge ai nostri giorni, Yana ne è la protagonista, ha ventinove anni e due esistenziali ed essenziali problemi da risolvere: il primo è che vuole, anzi deve, ritrovare suo figlio, partorito a soli diciassette anni. A quell'età, quella gravidanza, secondo sua madre, proprio non poteva permetterla e così, con la complicità del dottor Antonov e della signora Kozel, le strapparono via quel bambino, come fosse "un'erba malefica", regalandolo o peggio vendendolo a braccia estranee che da sette anni possono abbracciarlo, impuniti, al posto suo.Il secondo è che deve mettere in salvo il bambino che ha, da poco, scoperto di aspettare perché, incredibilmente, l'incubo già vissuto sembra ripetersi, altre persone, nello specifico la famiglia Pozzi, dove presta servizio "come serva", vogliono "appropriarsene". "Se è un Pozzi dovrai lasciarlo a noi e sparire per sempre dalla sua e dalla nostra vita!" Questa la crudele, brutale, disumana sentenza di Aldenisia! Per quanto non vuole crederci in tanta cattiveria, Yana ben presto deve prendere atto che nessuno dei componenti di quella famiglia sta scherzando.Iniziano a fare vuoto intorno a lei, isolandola da tutto e da tutti, una prigione con sbarre invisibili dove Aldenisia cerca di rinchiuderla. Nessuno disposto ad aiutarla! Sola, terrorizzata, spaurita, pensa che l'unica cosa da fare è scappare da quell'incubo.