«La scelta delle parole nella poesia non è mai casuale, ma determina un processo di trasformazione che è fatto di suoni colori e complessità emozionali: la poesia, per chi la scrive, è cura che allevia la sofferenza che si misura con le dinamiche che la vita moderna implica. E la parola di Claudia Catani ha un suo movimento intrinseco, ha la capacità di muovere qualcosa nell'altro, di smuoverne la coscienza e racchiude in sé il peso di ciò che esprime, acquistando il suo senso quando è "agìta". Un'azione che culmina in due parole chiave di questa raccolta che è la prima parte di una trilogia: "cuore" e "errante"; termini non considerati nella loro separatezza ma uniti, creando, soprattutto il secondo termine, un senso di inquietudine, di irrequietezza. Errante, dal verbo errare, ha due significati; il primo, sbagliare, ingannarsi; il secondo andare qua e là, peregrinare senza meta alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Fa sua la seconda definizione Claudia Catani, che ha una storia teatrale e sa muoversi sul palco della scrittura con la disinvoltura dell'attrice/poeta sapendo giocare con parole e inflessioni.» (dalla prefazione di Bruno Mohorovich)