"Avevamo raggiunto la soglia del villaggio. Avevo raggiunto la soglia di un altro mondo. E la chiara luce della luna mi svelava l'intimo silenzio delle amache gravide di corpi assopiti, agitati, che leggermente dondolavano tra le ombre dei fuochi ancora accesi, nel lieve borbottio di qualche insonne, il guaire di un cane, il pianto di un bambino. Ci fermammo davanti ad un fuoco. Due anziani stavano accovacciati sui talloni al loro modo, gli occhi fissi al gioco delle fiamme, persi in chissà quali pensieri che ogni tanto si raccontavano in improvvisi frammenti di suoni gutturali e dolci, in un ridacchiare pieno e basso. Accanto, una donna preparava una pastella sul fuoco. Quasi nemmeno si accorsero della nostra presenza. Noi di qua e loro di là, così forte quella distanza, così vera e nitida. Avrei voluto toccarli per vedere se erano veri. Già, perché no? Era solo questa la differenza, una delle piccole grandi differenze: che loro lo avrebbero fatto, lo facevano; come un cane mi avrebbero annusato e leccato fino a riconoscermi. Una sensazione completa capace di definire una persona". Prefazione di Alfredo Antonaros.