L'alzabandiera dei gatti castrati di Paolo Cervarich è un racconto lungo che si snoda sul filo del surreale, una commedia grottesca e ironica che mette in scena la psicologia dell'altro da sé, in un gioco delle parti fatto di sospensioni e di non luoghi, in cui l'ascolto non retorico è il massimo protagonista mai citato. Una sorta di breve manuale di educazione sentimentale in chiave narrativa, dove le molte sfumature della condizione umana si personificano, intrecciando dialoghi serrati e purtuttavia inabitati che danno forma e corpo all'insanabile diatriba tra anima e riflessi psicologici, tra sentimento ed emozione, in assoluta contrapposizione al fast food esperienziale del postmoderno.