L'aldilà del mare di Angelo Airò Farulla è un poema in prosa, compatto, ermetico e intransitabile, al punto da potersi definire quasi un'opera alchemica, trasmutativa, dove esseri umani, tecnologie, modalità postmoderne e specie ittiche mutate geneticamente combattono tra loro nella fatiscenza di un mondo disorganico. Pur accordandosi alla tradizione italiana del pastiche, l'opera pare per molti aspetti sorpassarne lo statuto classico, mostrando l'elemento apocalittico e mostruoso nei riguardi di ciò che deve essere acconsentito secondo ogni regola ideologica e letteraria: accettando la lezione neoavanguardista, rimane sul limite della tradizione non sperimentale, presentandosi come un compendio di stile, conoscenza storica, immaginario paradigmatico e potenza sintagmatica.