Siamo nell'anno che Papa Francesco ha voluto per celebrare la misericordia. E tra i molti avvicinamenti che in questo tempo ci sono stati e ci saranno ad un tema tanto grande, affascinante e coinvolgente, Frate Indovino ha voluto la testimonianza di un vescovo, Pier Giacomo Grampa. Le riflessioni di Grampa, soffuse di sensibilità paterna e cariche di ansia pastorale, ricche di esperienza vissuta nell'ospedale da campo che dovrebbe essere la Chiesa oggi, sono fiorite in un libro che tiene calda compagnia: "L'abbraccio del Padre". D'obbligo l'immagine di copertina che spiega con immediatezza tutto il percorso: "Il ritorno del Figliol Prodigo" di Rembrandt. Nella preghiera del Padre Nostro, ripercorsa, sminuzzata nei significati più belli e significativi per tutti, credenti e no, da duemila anni a questa parte, il vescovo Grampa - Pastore prima di tutto, ma anche uomo di cultura - sottolinea come ci sia tutto quanto ci serve, con l'indirizzo di Colui al quale dobbiamo rivolgerci con la fiducia e la gioia di figli. Nel "Padre Nostro" possiamo ritrovare la tenerezza di un Dio che vuole andare incontro all'uomo e manda suo Figlio sulla terra a stabilire questo patto d'amore. Un Dio che serve e non un Dio che comanda; un Dio che ama più che giudicare e castigare. "Cerchiamo, insieme, di ritrovare la nostalgia di Dio e il bisogno del Padre, il cui amore brucia ogni giudizio": è l'esortazione di Grampa. Tra un passaggio e l'altro del "Padre Nostro" c'è come filo rosso che accompagna il lettore un percorso di parole di una voce profetica della Chiesa, don Primo Mazzolari. Grampa fa entrare e accompagna a scoprire la ricchezza delle parole che tutti abbiamo imparato da piccoli a recitare. È un aiuto prezioso che porta a capire la consolazione di un Padre il cui slancio verso l'uomo è sintetizzato in quelle 56 parole del "Padre Nostro".