Il karate si trasforma ma non muta, la metafora dell'acqua che assume la forma del contenitore in cui viene versata, è perfetta per rappresentare questo concetto. Noi, tanti contenitori differenti, trasportiamo questa "entità" come trasporteremmo acqua in un secchio; ad ogni fonte, ad ogni pozzo, ne attingiamo ancora: una goccia, un mestolo, una bottiglia... Fino ad arrivare dove troveremo altri contenitori da riempire per continuare il ciclo. Ma il fascino di questo meccanismo, è che non esiste un contenitore uguale ad un altro. Proprio come le persone che lo praticano. Non è un manuale. Se proprio dovesse esserlo: lo è delle sensazioni, delle emozioni, delle fortissime passioni che spingono tutti a contenere il karate dentro di noi, e a continuare a berne l'elisir di giovinezza.