L'Evola che emerge da queste pagine è un intellettuale aperto al proprio tempo e alle sue suggestioni non solo negli anni in cui fu il maggior rappresentante del dadaismo in Italia e nel periodo dell'idealismo magico. Il lettore viene condotto nella fucina evoliana, nell'atanòr in cui il filosofo realizzò il solve et coagula del pensiero otto-novecentesco, nonché delle esperienze maturate nel milieu occultistico all'inizio del secolo XX, e discute le interpretazioni evoliane di Michelstaedter, Gentile, Scaligero e, soprattutto, del pensiero tedesco. Per quest'ultimo l'autore si avvale della categoria, presente in George e Kantorowicz, della 'Germania segreta'. La tradizione di Evola è dinamica. In quanto origine, essa non è posta alle nostre spalle, non è semplicemente il passato, ma qualcosa che continua a vigere, che è presente, perfino nell'età ultima. Prefazione di Massimo Donà e con un contributo in appendice di Julius Evola.