Si suol dire sovente che di Piaget ce n'è più di uno solo: si è parlato di un Piaget biologo (laureato in zoologia con uno studio sui molluschi), di un Piaget filosofo (pentito, a stare ad una sua biografia), certamente epistemologo, ma anche sociologo e, nonostante l'opposizione dell'establishment della materia, logico. Ovviamente, e soprattutto, di un Piaget psicologo genetico. Tanti, diversi Piaget, oppure un solo Piaget, sfaccettato e molteplice? No, piuttosto un Piaget incompreso. A trent'anni di distanza il presente volume cerca di rispondere a questa sfida, esaminando i lavori postumi di Piaget usciti nel frattempo, ma soprattutto recuperando il corpus degli scritti educativi e pedagogici e, prima ancora, quelli a carattere teologico e filosofico della giovinezza. Emerge così non "un altro Piaget", ma un Piaget a tutto tondo, cristiano sociale di tradizione protestante, che ispirato dall'"aria di Ginevra", umanitaria e cosmopolita, tra i bagliori del Novecento aveva concepito la ricerca scientifica come la missione di riscattare la ragione tradita dalle guerre, di rifondare la conoscenza come etica dell'intelligenza, e quindi di militare a favore dell'educazione alla pace e alla cooperazione internazionale. Un'impresa profondamente innovativa, che ha anticipato in epistemologia il Costruttivismo contemporaneo e, per quanto concerne l'insegnamento, i modelli didattici di terza generazione.