La presenza restò ferma nonostante le chiare esortazioni, abitando indelebilmente la stanza, e, con la medesima fissità dell'inizio, continuò a presentare senza scomporsi l'enigma di cui era fatta. Impossibile toglierle gli occhi di dosso, avrebbe potuto digrignare i denti e saltarle al collo, così alla fine del rapporto, mentre lui mugolava, lei cercò ancora di portare avanti il compito di quella analisi, finché a un tratto, convinta di aver capito, trattenne il respiro, fermandolo in gola. Fu tutto chiaro, e non volendo mentire a se stessa, decretò che quel fantasma altro non era se non il ritratto della solitudine nata dal loro diverso modo di sentire.