Questo libro intenderebbe descrivere, o meglio, "inventariare" quelle cose che, a parte i legami e gli affetti familiari e le amicizie vecchie e nuove, più mi fanno amare la città dove sono nato e dove da molti anni non vivo più. Non è però una raccolta di ricordi personali, ancorché questi, specialmente col sopravvenire di un'età nella quale si fa più pungente la nostalgia degli anni verdi, inevitabilmente vengano a colorire quei fatti e quelle situazioni di cui sentiamo di essere stati più intimamente partecipi: e non è neppure una guida, o un libro di storia o di critica d'arte ancorché, forse per abitudine o, come suol dirsi, per deformazione professionale, sia stato talvolta indotto a riportarvi delle notizie ed a farvi delle considerazioni che in un certo senso possono rientrare nell'ambito di quelle discipline. Notizie e considerazioni che non hanno trovato luogo, e non era conveniente che lo trovassero, nei miei ormai numerosi scritti e studi sull'arte pisana, e che tuttavia presumo che possano aiutare a comprenderne taluni aspetti. Con scritti di: Fortunato Bellonzi, Stefano Bruni, Ranieri Carli, Lucia Tongiorgi Tomasi.