È serrato e senza reticenze il dialogo immaginario - ma storicamente curato sino ai minimi particolari e con un ampio riferimento alle fonti -tra l'intervistatore e Giulio Cesare, in latino Gaius Iulius Caesar, la figura forse più autorevole e importante per l'immaginario collettivo legato all'epoca romana. Dopo quasi duemila anni il "non imperatore" - ma dittatore a vita - ci racconta le sue grandi vittorie militari, ma anche come riuscì a scalare le gerarchie politiche dell'Urbe, e ci apre il suo cuore sugli amori e le passioni che l'hanno coinvolto nei 55 anni (circa) della sua vita. Lo fa dopo essersi informato sulla nostra epoca e sbugiardando spesso le nostre ipocrisie relative al racconto di quegli anni. Le interviste immaginarie non sono una novità assoluta nella letteratura, ma in questa occasione l'autore riesce davvero a portarci dentro un'epoca, un modo di vivere e di ragionare dai quali - forse - possiamo ancora apprendere molto.