Questa edizione di Cantierememoria, in un anno segnato dalla pandemia e dalle misure di contenimento necessarie per combattere il virus, ha visto un cambiamento nella programmazione e nello svolgimento degli appuntamenti, che si sono spostati su piattaforma digitale. La memoria ci permette di pensare, di progettare, di immaginare e di credere nel futuro, con l'auspicio che possa essere migliore del tempo che stiamo attraversando. La connessione con i temi della sostenibilità e con i temi della natura, la volontà di riallacciare un nuovo dialogo tra la presenza dell'uomo sul pianeta e una dimensione autenticamente naturale di contatto e di relazione con il mondo che ci circonda, sono il filo conduttore utilizzato per intessere gli appuntamenti di Cantierememoria di quest'anno. La mostra "Interazione antologiche, l'alveare e l'enciclopedia" è un tassello e punto di partenza di questo incontro, confronto e contatto con la natura del sapere. La summa del sapere dell'uomo, rappresentato dal testo enciclopedico, entra in rapporto diretto, grazie all'operazione artistica di Francesco Panozzo, con il lavoro generativo delle api: le architetture dei loro alveari sviluppate intorno alle pagine dei volumi enciclopedici le trasformano in sculture. Credo che sia molto significativo che in un 2020 così fortemente caratterizzato da un evento che ha sconvolto proprio il nostro rapporto con la natura, Casa della Memoria si offra come una piattaforma di dibattito pubblico e al tempo stesso di pensiero per far sì, ancora una volta, che l'esercizio della memoria sia funzionale, sia utile e addirittura indispensabile affinché si possa affrontare, con maggiore consapevolezza, ma anche con adeguata responsabilità, il tempo che viene.