In «Insensate appartenenze», l'autore vive la consapevolezza dell'appartenenza e quindi l'acquisizione del senso della vita, seppure ancora in maniera non ragionata con entusiasmi disordinati e discontinui che diventano il tema centrale delle sue poesie: il mondo non è, in fondo, uguale per tutti, nonostante l'omologazione e la miseria culturale ed emotiva di cui soffriamo in questa epoca: «dissetiamo la nostra curiosità / bevendo da un telecomando / saltando da un paese all'altro / senza muovere il flaccido corpo / dalla prima linea di una guerra / che differenza non ha / dalla prima puntata del grande fratello»... (dalla prefazione).