Segnati dalla ricerca di una magica unità tra mondo naturale e mondo sovrannaturale, gli "Inni alla notte" (1800) sono la più compiuta incarnazione della poetica di Novalis: un'accesa emotività si intreccia a un intellettualismo arduo e tormentato in un canto pervaso da uno struggente sentimento di morte. Composta dopo la prematura scomparsa dell'amata Sophie, la raccolta celebra la donna perduta con idealizzata sensualità. La prosa ritmica si alterna al verso per esaltare il sacro, ineffabile mistero della notte, il suo potere infinito, il fascino e la bellezza delle tenebre che trionfano sulla smagliante luminosità del giorno. Allusione all'eterno e all'aldilà, il mondo notturno esprime la sete dell'anima per una dimensione ultraterrena, in cui trova la sua celeste libertà e l'appagamento divino alla sua ansia d'amore. Intrisi del fervore religioso del romanticismo tedesco sono invece i coevi "Canti spirituali" (1799), composizioni dal ritmo dolcemente musicale in cui prevale uno spirito di devozione volutamente elementare.