Scritto e pubblicato dopo «Stella Rossa», «Ingegner Menni» è la seconda parte della dilogia marziana e l'ultima opera di narrativa compiuta di Aleksandr Bogdanov. Collocato prima in linea temporale rispetto all'opera con protagonista il rivoluzionario pietroburghese Leonid, il romanzo viene presentato da questi come una sua traduzione destinata al popolo terrestre di un importante libro proveniente dal Pianeta rosso. Bogdanov sfrutta questo stratagemma letterario per raccontare la storia marziana dei circa duecentocinquanta anni che precedono «Stella Rossa» attraverso tre generazioni della famiglia dell'ingegner Menni, descrivendo così l'avvento del socialismo su Marte e raccontando in dettaglio la costruzione dei Grandi Canali, strutture geologiche individuate dallo scienziato italiano Giovanni Schiaparelli. Partendo da un'epoca feudale, con il duca Ormen Al'do, passando per il periodo borghese e capitalista caratterizzato da Menni e giungendo alla socialista Netti, Bogdanov riesce ancora una volta, dopo «Stella Rossa», a usare il linguaggio della finzione per trasmettere la sua visione filosofica e politica, adoperando i tre protagonisti come espediente per mostrare le differenze insite nella percezione della coscienza di classe di ognuno. Il presente volume contiene «Il marziano abbandonato sulla Terra», poemetto incompiuto che secondo i piani dell'autore sarebbe dovuto essere il terzo episodio della serie marziana.