In questa nuova raccolta di aforismi, nuovamente divisa in capitoli tematici come tappe di una ordinata mappatura dell'esistente (non esente da sapide spaccature e deviazioni tanto improvvise quanto provvidenziali), Paolo Montanari cerca di "ingannare l'infinito" non rassegnandosi a un universo troppo ampio. Preferisce regolare le proprie lenti e con perizia, e pulsioni sia conoscitive sia etiche, indagare soprattutto le diverse prospettive che tingono il nostro abitare il mondo e coesistere fra uomini. D'altra parte, come tutti dovremmo comprendere, non ci sono soluzioni facili a problemi complessi, quindi Montanari esorta a non ignorare le emozioni pur ricordandoci che sono «ottimo intonaco, pessimo cemento», e allo stesso tempo a non affidarci a una razionalità di bassa lega («C'è chi vuole un orario per poter misurare il proprio ritardo»), proponendoci una nuova mappa per i nostri territori nella quale la forma aforistica è esplorata con efficace stringatezza e con grande conoscenza e sensibilità.