Stiamo attraversando un periodo storico che è contraddistinto da una grande quantità di cambiamenti che avvengono in tempi molto brevi, due bambini su tre fra quelli che ora iniziano la scuola primaria, faranno in futuro un lavoro che oggi non esiste. La marcia dell'intelligenza artificiale sta avvenendo con un'accelerazione impetuosa. Che fine farà il lavoro degli esseri umani? Lasceremo tutto ai robot? Il processo tecnologico dà le vertigini, in un Pianeta sempre più sterile e sovrappopolato. INDUSTRY 4.0, la quarta rivoluzione industriale, il cambio dei paradigmi. Ma c'era bisogno di una pandemia per accelerare e cambiare i processi? Sta a noi renderla evolutiva o involutiva. Mentre le macchine si evolvono per soddisfare i nostri bisogni a un livello sempre più intimo - producendo così nuovi bisogni - noi ci muoviamo nella stessa direzione, adattandoci progressivamente alle esigenze delle macchine. Il nostro cervello fa parte di un sempre più vasto ecosistema digitale. La tecnologia quindi non è di per sé né il problema né la soluzione. La questione cruciale è il suo rapporto con l'uomo, la nostra capacità di comprendere limiti e potenzialità dell'innovazione.