Prefazione
“Incerte direzioni” è una ricerca che concede diversi piani di lettura. Se quello
simbolico è il più immediato perché indica di come la vita preveda diverse opzioni che
possiedono lo stesso grado di possibilità di realizzarsi, quello filosofico rinvia al concetto stesso
di dialettica basata sul confronto fra gli opposti.
Altrettanto e forse ancor più interessante è però la riflessione sul metalinguaggio fotografico
perché qui si evocano i temi della percezione: lo sguardo si perde nella ricerca di molteplici
orizzonti, si rispecchia in incerti equilibri, si biforca in direzioni spiazzanti, gioca sulle
contraddizioni fra vuoto e pieno, fra simmetrico e asimmetrico, fra definito e indefinito.
Arrivando, talvolta, a misurarsi con il limite della bidimensionalità perché alcune immagini vi
sembrano imprigionate ed è come se volessero richiedere, per essere pienamene apprezzate,
di essere inserite in quei visori che già nell’Ottocento stupivano l’osservatore che si sentiva
proiettato in soggettiva all’interno stesso della realtà.
Roberto Mutti