Il libro colloca nella contemporaneità la figura dell'educatore partendo da una domanda generatrice: perché farlo e perché proprio oggi? Da qui una serie di interrogativi sulla vita profonda, su cosa significhi ascoltare sé e il mondo, su come riconoscere stili, climi, modi di essere con i quali ogni individuo e ogni gruppo racconta la propria storia. È un esercizio di pazienza, di operosità sapiente e calda insieme, di vocazione alla bellezza dell'essere umani, ma anche di ricerca della solitudine e del silenzio come incubatore di azioni giuste contrastando i nostri tempi accelerati alla ricerca di un perduto, collettivo incanto.