Giancarlo Governi è un magazzino di memoria inesauribile. Lui ha visto la Lazio vincere il suo primo scudetto il 12 maggio 1974, in una giornata radiosa anche per gli italiani che diventavano adulti, dicendo no all'abrogazione del divorzio. Ha visto la Lazio vincere il secondo scudetto in un campionato durato 74 minuti di più. Ha visto Giorgio Chinaglia con il dito alzato verso la curva dei romanisti e poi scappare di notte con un aereo. Ha visto il "maestro" Maestrelli morire nella clinica, Paparelli con un tubo di ferro conficcato nell'occhio, Re Cecconi riverso per terra nella gioielleria, Frustalupi schiantarsi in macchina sull'autostrada, ha visto i nostri giocatori migliori portati via in manette, ha visto Gabriele Sandri chiudere improvvisamente le palpebre nella piazzola di un parcheggio e non riaprirle mai più. Ha visto la zampata di Giuliano Fiorini all'ottantatreesimo. Ha visto la palla scendere dal cielo e Fabio Poli che le saliva incontro, più in alto di tutti. Ha visto l'aquila Olimpia volare sul cappuccio dello stadio, sopra alle gradinate. E moltissimo altro.